Associazione – Sapori Reclusi

Sapori Reclusi è un’Associazione Culturale nata nel 2010 grazie alla ventennale esperienza del fotografo professionista Davide Dutto che ha unito due passioni, il cibo e la fotografia, coniugandole con l’esperienza nell’ambito sociale. Partendo dal comune bisogno dell’uomo di nutrirsi, l’Associazione vuole riunire uomini e donne che vivono nascosti agli occhi dei più con il resto della società, basandosi sulla comune umanità, sui comuni bisogni, desideri, problemi. Sapori Reclusi è in cerca di storie di vite vissute ai margini, senza dover essere eccessive: storie vere e crude di persone che vivono la loro vita a tutto tondo, facendo scelte estreme che vengono vissute nell’intimità e nella quotidianità.

Il cibo è per Sapori Reclusi un pretesto per entrare laddove solitamente si trovano barriere fisiche o mentali, porte chiuse, ovvero nell’intimità delle persone, per ascoltarle e capirle al di là di stereotipi e preconcetti. Ma la comunicazione resta il vero obiettivo poiché, nonostante questo sia il secolo della tecnologia e della comunicazione, noi pensiamo che il vero scambio di parole, storie e idee spesso venga a mancare. Comunicare vuol dire ascoltare e capire gli altri, ma talvolta i mezzi per farsi ascoltare non sono alla portata di tutti.
Favorire questo processo è ciò che i membri di Sapori Reclusi s’impegnano a fare, con modalità diverse e il fine ultimo di mettere in contatto elementi altrimenti nascosti della società.

Molti sono stati, in questi anni, i progetti seguiti, gli incontri promossi, le attività svolte.

Diversi i fronti: quello “esterno”, pubblico, per comunicare e sensibilizzare le persone favorendo il contatto dentro/fuori, mediante presentazioni di libri (come “Evasioni”, “Il Gambero Nero”, “Passioni – Sogni di massima sicurezza”), mostre fotografiche (“Dal Gambero Nero a Sapori Reclusi”, “R-Women – Essere donne in un mondo complesso”, “Face To Face – L’arte contro il pregiudizio”), proiezione di cortometraggi girati in carcere (The Squad), organizzazione di eventi (“Il Natale di Barabba” – Fossano, le cene stellate “Più stelle meno sbarre” – Saluzzo), cura della comunicazione (convegno “Guardiamoci Dentro” – Teatro Regio di Torino, (“Fa la cosa giusta -– Fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili – Milano), i progetti (BiancoRossoLibero, Stampatingalera, FotografiAMOci Dentro) ecc.

E quello “interno”, legato ai luoghi reclusi e dedicato all’incontro con le persone detenute, con i corsi di formazione e lavoro in carcere incentrati su fotografia, stampa, cucina, scrittura. Filo conduttore è sempre il tentativo di creare cortocircuiti, accostando vite apparentemente lontane, come quelle dei detenuti e quelle dei professionisti legati al mondo del lavoro che entrano dentro le mura per portare la propria esperienza (chef, giornalisti, imprenditori, produttori di vino, ristoratori, giornalisti…).

Il lavoro di Sapori Reclusi è stato possibile grazie a due importanti costanti: da un lato, il riconoscimento professionale e la collaborazione attiva di tutti gli attori istituzionali con cui l’associazione è entrata in contatto: direttori degli Istituti di reclusione e di pena raggiunti dalle attività, personale degli uffici, agenti di polizia penitenziaria, operatori sociali e culturali. E dall’altro, dalla fiducia che enti importanti come la Compagnia di San Paolo hanno dimostrato nel tempo sostenendo economicamente i progetti di Sapori Reclusi.

Sapori Reclusi crede nella rete e nelle connessioni. Da sempre lavora a fianco delle cooperative e degli enti attivi nel settore dell’economia carceraria (Bottega Solidale, Extraliberi, Pausa Cafè, Banda Biscotti, Freedhome – Creativi Dentro ecc.) e del consumo etico e sostenibile. E per questo ha aderito a progetti come Il Caffè sospeso, la rete di festival e associazioni culturali in mutuo soccorso.

Sapori Reclusi ha lavorato con la Casa Circondariale “Francesco di Cataldo” di Milano San Vittore, la casa di reclusione Rebibbia di Roma, la Casa di Reclusione “Rodolfo Morandi” di Saluzzo, la Casa circondariale “Lorusso e Cotugno” di Torino, la Casa di Reclusione “San Michele” e la Casa circondariale “Gennaro Cantiello e Sebastiano Gaeta” di Alessandria; la Casa di reclusione “G. Montalto” di Alba; la Casa di reclusione di Fossano.